Uno studio conservato nell’Ateneo di Catania aveva previsto. E denunciato. Già tre anni fa, con Enzo Bianco sindaco di Catania dopo l’amministrazione Stancanelli, era stato rivelato quel che stava accadendo, quel che si rischiava e che, adesso, si è drammaticamente verificato: il dissesto. Ecco le riflessioni finali che sintetizzano quanto ampiamente e dettagliatamente analizzato.

“Alla luce di quanto esposto è possibile fare alcune riflessioni in merito all’attuazione del Piano di riequilibrio del Comune in esame – si legge – Dall’analisi di alcune delle pronunce della competente Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, susseguenti alle relazioni trasmesse dall’organo di revisione economico-finanziario dell’ente e relative allo stato di attuazione del piano, emerge un quadro preoccupante”.

Un quadro preoccupante. Siamo al termine del 2015 e il quadro è preoccupante.

“L’ente sottoposto alla procedura di riequilibrio è tenuto, anche sulla base delle criticità accertate nel corso degli esercizi precedenti, a non aggravare la propria condizione ed a conformare la propria azione al rispetto delle norme e dei principi contabili. Ma, analizzando da ultimo la deliberazione n. 200/2015/PRSP, emanata dalla Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, in Camera di consiglio il 21 aprile 2015, in sede di verifica del Piano, si rileva che la relazione del II semestre 2014 presenta Alcuni scostamenti, rispetto alle previsioni elaborate in sede di predisposizione del piano di riequilibrio, ed ulteriori fattori di criticità correlati al parziale rispetto delle prescrizioni e degli adempimenti previsti per gli enti sottoposti alla procedura di riequilibrio finanziario.

E ancora.

Tali scostamenti hanno riguardato le varie Misure e le passività, quali, ad esempio, debiti fuori bilancio, passività potenziali, debiti fuori bilancio nei confronti delle società partecipate, i quali non sono aggiornati e sono sottostimati.  Come rileva la Corte, l’eventuale emersione di ulteriori passività e criticità, può determinare effetti pregiudizievoli ai fini della valutazione della sostenibilità del piano e della possibilità di pervenire ad un effettivo risanamento finanziario. La Corte, in relazione alla verifica del Piano di riequilibrio relativo al secondo semestre dell’anno 2014, ha adottato apposita pronuncia, accertando il grave inadempimento degli obiettivi intermedi fissati dal Piano e riservando ulteriori valutazioni all’esito della verifica relativa al primo semestre 2015″.

Quindi.

“L’ultima relazione semestrale dei magistrati contabili, relativa al primo semestre 2015, fotografa una situazione critica e non ben definita specialmente per quanto riguarda i debiti fuori bilancio, il disallineamento delle società partecipate, tra cui Multiservizi e AMT, la lotta all’evasione e la tardiva approvazione dei bilanci. Le criticità, sebbene segnalate da anni dalla Corte palermitana, continuano quindi a pesare sui conti del Comune”.

Insomma, durante la scorsa gestione amministrativa, secondo l’approfondimento dello studio, anziché agire per migliorare la situazione finanziaria del Comune di Catania, si è aggravato lo stato delle cose.

“Questo quadro a tinte fosche, aggravato dal taglio dei trasferimenti, induce al pessimismo: il dissesto va evitato per i molteplici effetti che irrigidiscono l’operatività dell’ente producendo conseguenze anche sulla vita dei cittadini soprattutto in ambito economico-finanziario e sociale”.

 

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