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“Ogni altro rifiuto della clinica è stato presentato insieme a tutti i rifiuti normali al momento dello sbarco”. E’ uno dei passaggi di una mail interna di Medici senza frontiere acquisita dalla Procura di Catania agli atti dell’inchiesta ‘Bordless’, che contiene anche intercettazioni della guardia di finanza. Come quella tra Francesco Gianino, titolare della ‘Mediterranean shipping agency’ (Msa) di Augusta (SR) che agiva da intermediario e un funzionario della Vos Prudence in cui spiega che i vestiti dei migranti “noi li classifichiamo come rifiuto speciale, come se fossero stracci della sala macchine”. Parla di “equilibri talmente sottili ormai consolidati in 2-3 anni” e si “va a certificare” l’urina di “gente che possono avere malattie infettive”. Ecco perché, spiega al suo interlocutore, bisogna comportarsi “come una zanzara in una cristalliera, non come un elefante dentro la cristalliera.. si spezza il coso poi non posso aiutarti”.

Avveniva tramite “una artificiosa comunicazione documentale” la “declassificazione dei rifiuti a rischio infettivo” da Vos Prudence e Aquarius durante 44 sbarchi effettuati complessivamente dalle due navi dal gennaio 2017 a maggio 2018. Questo, secondo l’accusa, il meccanismo che veniva messo in atto: durante la navigazione verso il porto di destinazione si provvedeva alla fornitura di indumenti nuovi e di alimenti ai migranti salvati in mare, producendo quelli per l’accusa erano dei “rifiuti pericolosi a rischio infettivo”. Quest’ultimi, in fase di certificazione, prima di entrare nel porto, venivano presentati come rifiuti solidi indifferenziati con l’assegnazione di appositi codici che li contraddistinguevano come “non pericolosi”. Al termine delle operazioni di sbarco erano poi conferiti alla società incaricata con la ditta portuale incaricata che, come emerge da foto segnalazioni fatte a Catania, “li compattava in maniera indiscriminata e li portava in discarica per lo smaltimento finale”.

Il protocollo prevede che il comandante della nave trasmetta alle autorità marittime e all’agenzia marittima raccomandataria, 24 ore prima dell’approdo, un modulo di notifica con l’indicazione della categoria e dei quantitativi di rifiuti da conferire e in ragione della loro tipologia il gestore dell’impianto portuale organizza il servizio di raccolta. Al termine delle operazioni, l’operatore ecologico consegna al comandante o suo preposto il buono di servizio giornaliero, valido come ricevuta di effettiva consegna della tipologia e dei quantitativi di rifiuti dichiarati. La ditta portuale concessionaria del servizio di smaltimento prende in carica i rifiuti (registro di carico e scarico). Durante il trasporto in discarica i rifiuti sono accompagnati dal formulario di identificazione rifiuti (Fir). In nessuno di questi passaggi, secondo la Procura di Catania, si segnalava la presenza di rifiuti speciali, ma soltanto solidi indifferenziati.

 

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