Guasti, riscaldamenti spenti, scuole troppo fredde. Monta la polemica in Sicilia. Una pioggia di segnalazioni sul tavolo dell’assessore regionale all’Istruzione e Formazione Roberto Lagalla.

Sono numerosi i disagi legati all’interruzione o al malfunzionamento degli impianti di riscaldamento negli istituti scolastici. Per non andar troppo lontano, ieri, il freddo ha avvolto le aule della scuola elementare Nino Atria, a Castelvetrano in provincia di Trapani, tanto da indurre le mamme a riportare i propri figli a casa. 

“Le rigide condizioni climatiche determinano un intuibile disagio che incide negativamente sulla regolare fruizione del diritto allo studio, pregiudicando in questo modo la qualità dei servizi”. Queste le parole nero su bianco di Lagalla che ha inviato una nota ai presidi delle Città Metropolitane, ai commissari dei Liberi Consorzi e ai sindaci dei comuni siciliani. Nota, nella quale ha raccomandato ogni sforzo per garantire la continuità del servizio scolastico e la tempestiva segnalazione di situazioni particolarmente problematiche.

“Pur nella comprensione delle difficoltà economiche che investono gli enti territoriali, si vuole rammentare l’obbligo di assicurare idonee e continuative condizioni di funzionamento degli istituti scolastici anche – afferma – in considerazione della vulnerabilità fisica dei soggetti più piccoli e fragili”.

Da Catania a Palermo il copione non cambia e studenti, insegnanti e genitori protestano perché “a scuola si gela” dicono. E intanto sull’argomento interviene anche il Codacons che chiede l’immediata chiusura delle scuole, lì dove si registrano problemi al sistema di riscaldamento. Il segretario nazionale Francesco Tanasi ha annunciato che presenterà un esposto alla magistratura siciliana chiedendo di indagare per il reato di interruzione di pubblico servizio.

Dal territorio siciliano a quello nazionale, è sul piede di guerra anche l’associazione nazionale presidi che in una lettera ai ministri Bussetti e Salvini ha denunciato anche il problema “sicurezza” nelle scuole. Una situazione non più rinviabile, dicono, che “riguarda l’incolumità di circa otto milioni di studenti, per lo più minori, e un milione di lavoratori”.

Dai dati in possesso dell’associazione, la media annua sarebbe di 44 crolli con una scuola su quattro con una manutenzione inadeguata, il 41% degli istituti si troverebbe in zona sismica 1e 2 e solo il 12,3% risulterebbe progettato o adeguato alla normativa tecnica di costruzione antisismica. Ma non solo, emergerebbe anche che nel 18% delle scuole a più piani non sarebbero presenti scale di sicurezza, né uscite di sicurezza sui corridoi.

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