Proseguono gli strascichi giudiziari legati al caso della “Mare Jonio”, l’imbarcazione della Ong “Mediterranea” che ha accolto a bordo 49 migranti, tratti in salvo a largo delle coste libiche e fatti sbarcare a Lampedusa nella serata di martedì scorso.

Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella ed il pubblico ministero, Cecilia Baravelli, hanno iscritto nel registro degli indagati il capo missione dell’Ong, Luca Casarini con le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e rifiuto di obbedire all’ordine imposto dalle autorità in seguito all’avvicinamento dell’imbarcazione alle coste lampedusane nonostante l’iniziale divieto della Guardia di Finanza. Casarini, nella giornata di oggi, ha sostenuto un interrogatorio di 7 ore, ma verrà risentito nei prossimi giorni.

Nel frattempo, sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, presente ad un convengo sul Global Compact per i migranti, in programma oggi a Bologna. Il primo cittadino lampedusano non ha dubbi: “Non si può fermare una barca comesi ferma sull’autostrada una macchina, è veramente ridicolo: la paletta, alla barca, chi gliela dà? I numeri delle persone che sbarcano diminuiscono veramente, il problema è che nel 2018 gli sbarchi sono stati di più che nel 2017”. Martello ha poi commentato le accuse all’Ong Mediterranea: “Quello è un problema che riguarda la Procura della Repubblica, per accertare se esistono o non esistono elementi per metterla sotto inchiesta. Però, le inchieste le fa la Procura e non la politica”.

 

Foto da: ANSA / IGOR PETYX

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