So che eri felice, nell’istante. Mi obbligo a crederlo. E’ l’unico antidoto che conosco contro l’impotenza. Nasciamo impotenti, caro Carlo, non possiamo decidere quando andare via.

Accade all’improvviso, chissà dove, chissà perché proprio in quel momento.

E’ l’atto di ingiustizia per eccellenza, la morte.

Ma per te, forse, ha voluto un epilogo meno crudele.
Voglio dare un senso così a quel che non è accettabile, alla scomparsa di Carlo, Carlo Maravigna, un uomo buono.

Sei andato Altrove mentre correvi, mentre facevi una delle cose che più amavi fare, praticare sport, confrontarti con te stesso, avere cura di te, immerso nella natura che adoravi, nella Catania dove sei nato e che avevi radicata dentro, su quel Lungomare dove un maledetto infarto ti ha fatto sdraiare.

No, non ti sei accasciato, amico mio. Ti sei sdraiato, per riposarti.

Siamo noi che ti abbiamo conosciuto, che hanno condiviso con te quelle partite a calcetto giocate cascasse il mondo come se ci fosse in palio lo scudetto ogni volta eppoi andavano a bere birra o sangria insieme, quelli che ci affanniamo, adesso.

Ci affanniamo a trovare una spiegazione, le parole, la consapevolezza del fatto che, qui, non ti incontreremo più. Mai più.

Mai più.

Non è stato benevolo il destino con te, amico mio. Lo raccontavi con quel velo di malinconia nello sguardo, con quella voce pacata venata dal pianto ininterrotto per il padre, l’amatissimo padre, che ti è stato strappato via troppo presto da un malore. Non ti lamentavi, ma sentivo, sentivo quanto ti pesava l’assenza di quegli abbracci smarriti.

Sapevo, crescendo, quanto ti gravasse il renderti conto che onestà, educazione e anni di studio, di specializzazioni, di gavetta, qua, nella tua città raramente vengano premiate con un lavoro stabile.

Per questo voglio scrivere di te, caro Carlo.

Non sei cronaca, per me. Non sei “l’uomo di mezza età morto di infarto al Lungomare mentre faceva jogging”.

Sei un figlio di Catania che mi fa provare rabbia.

Rabbia per una morte ingiusta in una città ingiusta. Rabbia perché, tu che adoravi socializzare, condividere, a 48 anni dovresti essere ancora qui, accanto alla tua Natasha, agli amici che da ieri sera si rincorrono sperduti, attoniti, che domani, alle 16, gremiranno la chiesa San Pietro e Paolo insieme con le numerosissime persone che hanno avuto la fortuna di incontrarti, di conoscerti.

Ti immagino sorridente, amico mio. Sì, so che eri felice, nell’istante. Stavi correndo.

Stai correndo. Leggero.

4 Commenti

  1. Addio Carlo, amico benevolo di tutti. Con te va via un pezzo della catania vera e viva. Ciao Carlo, ricorderò la tua amicizia semplice e vera. Delfo e fam.

  2. Faccio le mie condoglianze a l’avv Maravigna per la scomparsa prematura di suo fratello sono vicino alla sua famiglia per questo evento triste.

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