“E tu cosa ricordi del momento in cui hai appreso la notizia della strage? Siamo ancora Capaci di ricordare?”.

Flora Agostino è la sorella di Antonino Agostino, il poliziotto ucciso da Cosa Nostra il 5 agosto di 29 anni fa insieme con la moglie Ida Castelluccio, che era in attesa del loro primo bambino.

Ida Castelluccio e Antonino Agostino

Dalla sua pagina Facebook ha voluto lanciare una maniera diversa di commemorare l’anniversario della strage di Capaci, quella in cui la barbarie mafiosa spazzò via le vite del giudice Giovanni Falcone, della sua metà Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

“La nostra storia in quel momento segna un punto fermo, di non ritorno. Dopo è stato tutto diverso. Lo è stato per le famiglie di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani”, scrive Flora, che, dopo la recente scomparsa dell’amata e combattiva madre Augusta Schiera, continua con ancor più vigore la sua lotta per mantenere viva la memoria e l’attenzione sulle famiglie delle vittime della mafia.

“Ma è stato così per tutti noi familiari delle vittime innocenti delle mafie, conosco bene il senso di vuoto, di abbandono, di paura che possa di nuovo accadere – continua – Non potrò mai dimenticare quando appresi la notizia quel 23 maggio 1992… le lacrime mi ricoprirono il volto e pensai subito al dolore che avrebbero avuto quei genitori, quelle moglie, quei figli, quei fratelli…”.

“E la mia mente ritornò al quel 5 agosto del 1989 quando vidi uccidere sotto i miei occhi i miei cari, risentii l’odore del sangue di mio fratello che con tutte le mie forze cercavo di fermare con una asciugamano…. non smisi più di piangere per parecchie ore… la nostra Palermo piangeva ancora delle vittime innocenti”, rivela con trasporto, con la ferita ancora viva, Flora.

“Il mio pensiero oggi va a loro e alle loro famiglie con l’augurio che finiscano queste inutili e patetiche polemiche sulle manifestazioni che si svolgeranno oggi. Dobbiamo avere rispetto soprattutto per il dolore delle famiglie che ogni anno che passa aumenta. Io ne so qualcosa”. 

Flora si riferisce alla protesta dei lenzuoli, arrivata anche a Palermo. A due passi dall’ aula bunker, dove si svolge la commemorazione, e comparso su un balcone uno striscione contro Matteo Salvini con su scritto “Noi non ti vogliamo” e “La scuola libera e i balconi pure”, “Aprite cuori menti e porti”, “Gli articoli 3, 21 e 33 non si toccano #Salvinitoglianchequesto”, “Le loro idee camminano sulle nostre gambe”, alcune delle scritte che alcuni studenti hanno posizionato sulla cancellata dell’istituto tecnico Vittorio Emanuele III, la scuola della prof Rosa Maria Dell’Aria sospesa per non avere vigilato su un elaborato di un gruppo di studenti della seconda classe che hanno paragonato le leggi razziali contro gli ebrei al decreto sicurezza sui migranti.

Flora si riferisce al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha deciso di disertare la cerimonia nell’aula Bunker. Lo ha annunciato lui stesso, accogliendo all’ingresso dell’aula il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo che stamattina aveva accolto al porto i 1.500 studenti provenienti da tutta Italia per le manifestazioni in ricordo di Giovanni Falcone e delle vittime della strage.

Flora si riferisce ai rappresentanti politici e dell’associazionismo che hanno deciso di stare lontani da quello che non è più un luogo simbolo, è un presidio, che dovrebbe essere rispettato e difeso a prescindere dalla corrente politica alla quale si appartiene, delle opinioni.

La mafia sguazza nel caos. La mafia vuole il caos. I vermi si cibano di quel che produce il caos, strisciando indisturbati.

 

 

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