“L’azienda non risponde agli appelli forti, preoccupati, di tutti gli addetti ai lavori. Ci vogliono le risorse allo sportello. Con molta nonchalance , invece, continua a sostenere il contrario: siamo addirittura in eccedenza. Noi affermiamo, purtroppo, che ogni giorno peggiora una condizione non più sostenibile”.

E’ la denuncia di Giuseppe Lanzafame, segretario regionale della Cisl Sicilia, che con le altre sigle sindacali aderisce allo sciopero delle prestazioni straordinarie e aggiuntive delle poste siciliane proclamato da oggi fino al 16 ottobre.

“Ci sono uffici postali dove il 50% del personale, andato in pensione, non è stato sostituito; altro che fa il turnover. Si assiste inermi al fuggi fuggi di personale che preferisce aderire a soluzioni quali quota 100 e lasciare il lavoro anziché rimanere in servizio, a sostenere una politica aziendale di pressione costante divenuta umanamente insopportabile. Il personale che rimane in servizio non sa più a cosa affidarsi”.

“Quindi, meglio scappare dal lavoro che continuare a subire questo continuo stress, con conseguenti mortificazioni e umiliazioni. Senza rinforzi adeguati, tra l’altro,la clientela già stanca di lunghe attese, scarica tutta la rabbia contro chi già soffre per queste condizioni interne”.

“Le uniche richieste avanzate dai lavoratori, a volte depressi, provati e stanchi, riguardano l’uscita, e in fretta, da questo sistema di approssimazione straziante. Siamo molto rammaricati, come Slp Cisl (non è nella nostra culturale e nel nostro stile) di dover utilizzare espressioni forti per denunciare un disagio che dura da mesi, ma che rispecchia il pensiero dei lavoratori”.

“E’ inutile sottolineare che a luglio scapperanno altri 350 lavoratori. E’ inutile evidenziare che negli ultimi anni hanno abbandonato il servizio migliaia di lavoratori”.

“E’ utile, invece, denunciare che lavoratori e clientela stanno subendo la nevrotica, scomposta, organizzazione aziendale fatta di tagli, tagli e tagli di risorse. Non elenchiamo in questa occasione le condizioni di lavoro, né vogliamo entrare nelle molteplici contraddizioni presenti nei luoghi di lavoro perché riteniamo che l’emergenza risorse sia la priorità in ogni angolo della nostra regione”.

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