Tanto tuonò che piovve. Si è concluso in queste ore il rapporto tra il Movimento 5 Stelle ed il senatore catanese Mario Michele Giarrusso.

Già da tempo i rapporti tra le parti erano tesi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stata la conferma di Claudio Descalzi nel ruolo di amministratore delegato ENI, ultimo di una serie di argomenti sui quali Giarrusso si era mostrato estremamente critico nei confronti del suo partito.

Il rapporto, benché logoro, era rimasto in piedi anche grazie agli equilibri in Senato, dove la maggioranza, rappresentata da pentastellati e PD ha una maggioranza risicata che comporta  equilibri ben più precari di quelli vigenti alla Camera. Su questo stallo la convivenza era proseguita fino alla giornata di oggi, quando Giarrusso è stato espulso per non aver restituito la parte degli stipendi, come da regolamento del partito, per oltre un anno, stando ai dati del sito pentastellato tirendiconto.it. Non solo, il Senatore non si sarebbe minimamente preoccupato di delineare un rientro nella linea comune, adducendo la decisione a molteplici spese legali. Vani sarebbero stati i tentativi di riconciliazione, protrattisi per settimane e mesi.

Giarrusso, da 12 anni nell’orbita grillina e figura ormai storica del Movimento siciliano e nazionale, lascia i pentestellati insieme al deputato Nicola Acunzo, 43 anni, e attore di professione, anch’esso estromesso per la questione delle rendicontazioni dei rimborsi.

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