Se il testo del decreto legge non rimuoverà gli ostacoli burocratici che impediscono l’applicazione della legge 145/2018 (contiene il differimento delle concessioni al 2033), come preannunciato da Franceschini, questa estate la maggior parte dei 30.000 stabilimenti balneari italiani rimarrà chiuso.

Quest’anno non ci sarebbero le condizioni per l’apertura della balneazione attrezzata italiana in assenza di garanzie sulla continuità aziendale”. A dirlo all’ANSA Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Confcommercio, che ha partecipato all’audizione in commissione Industria al Senato sulle iniziative di sostegno ai comparti dell’industria..

“È bene che si sappia che se la norma non c’è nel testo che verrà varato dal Governo – continua Capacchione – le 30.000 imprese balneari quest’anno non saranno messe nelle condizioni di operare”. Nella nuova versione del testo del prossimo decreto legge, secondo il Sib, non ci sarebbe la norma preannunciata dal ministro Dario Franceschini per rimuovere gli ostacoli burocratici che ritardano l’applicazione della legge n. 145/2018, la quale stabilisce il differimento della scadenza delle concessioni demaniali marittime al 2033.

“Se così fosse sarebbe un segnale bruttissimo nei confronti delle nostre imprese – conclude Capacchione. Un impegno solenne e ufficiale del ministro del turismo che sarebbe stato, clamorosamente, disatteso. Né potrebbe essere giustificato il rinvio dell’inserimento della norma in sede di conversione del decreto legge perché si tratterebbe, nella migliore delle ipotesi, di arrivare a metà luglio. Troppo tardi. Il tempo è adesso”.

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