Dai tempi lunghi delle liste di attesa agli alti costi dei ticket per farmaci, prestazioni sanitarie e specialistiche ambulatoriali; dalle insufficienze del settore prevenzione a quelle dell’assistenza territoriale fino alle criticità degli ospedali: non è un sistema sanitario a misura di anziano quello siciliano, soprattutto se si considera che oltre il 50% delle pensionati percepisce nell’isola meno di mille euro lordi al mese. E’ quello che emerge da una ricerca dello Spi Cgil Sicilia, intitolata “La sanità ad ostacoli.

“Il nostro obiettivo – dice il segretario generale Spi, Maurizio Calà – è stato quello di individuare le criticità per arrivare alla formulazione delle proposte per eliminarle. L’emergenza sanitaria, ha portato alla luce le debolezze del sistema, ma ci offre un’opportunità di investimenti da non perdere. Come i  3,2 miliardi stanziati dal decreto Rilancio: un’occasione irripetibile per adeguare la medicina del territorio”.

La palma di “provincia più virtuosa” va a Ragusa, dove, secondo la ricerca, le prestazioni sono erogate nei tempi previsti nella quasi totalità dei casi. Quella iblea sarebbe anche l’ASP con una miglior copertura del territorio, grazie alla presenza di numerosi poliambulatori. Ben diversa la situazione nell’ASP di Palermo, con differenze evidenti nei vari distretti. Se nel capoluogo per una spirometria occorre attendere dai  71 ai 127 giorni, a Petralia ne bastano 45 e 10 a Partinico. E ancora, una visita ortopedica viene erogata a Palermo trascorsi 107 giorni, a Partinico 66, a Corleone 22. Tempi d’attesa uguali o di poco inferiori in ospedali e strutture convenzionate. Secondo la ricerca bisogna andare all’intramoenia per ottenere , tra l’altro a spese dell’utente, attese inferiori alla settimana.

Tra le proposte dello SPI Cgil la possibilità per il paziente di ricevere la prestazione in forma privata, anche intramoenia, pagando solo il ticket, nel caso in cui una struttura pubblica non fosse in grado di rispettare i tempi, con il co-finanziamento a carico della Regione.

Chiesto anche l’abbassamento dei ticket e l’aumento del numero di patologie per le quali è prevista l’esenzione, oltre ad interventi per la qualità delle strutture residenziali, a tutela degli anziani.

Tra i punti sottolineati anche l’aumento dell’offerta pubblica di Rsa utilizzando le Ipab e di intervenire con i controlli affinché le strutture private convenzionate rispettino adeguati standard qualitativi.

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