I Carabinieri di Randazzo hanno denunciato tre pregiudicati di 33, 34 e 40 anni, per diffamazione e circonvenzione d’incapace. La vittima è un ragazzo, affetto da un ritardo mentale, finito nelle mire del gruppetto di amici decisi a sfruttare il suo handicap solo per divertimento. Lo chiameremo Antonio, per salvaguardarne la privacy. Uno di loro lo aveva inserito in un gruppo whatsapp con persone a lui sconosciute: il ragazzo, però, aveva deciso di abbandonare immediatamente il gruppo.
L’amministratore della chat però, dopo qualche minuto, lo ha chiamato telefonicamente
invogliandolo a partecipare e reinserendolo nuovamente in un ulteriore gruppo denominato
“Antonio u’ spasticu”. Anche questa volta la vittima, nonostante le sue difficoltà
cognitive, lo aveva giudicato oltraggioso nei propri confronti cancellando analogamente la propria partecipazione.
A questo punto l’amministratore del gruppo ha richiamato ancora Antonio
utilizzando un linguaggio blasfemo e, consapevole della vicinanza della vittima ad una comunità religiosa del suo paese, gli ha comunicato che lo avrebbe inserito in un ennesimo gruppo di WhatsApp denominato “Fratelli di Gesù”.
Antonio stavolta, evidentemente fuorviato dal titolo del gruppo ha accettato di buon grado ma purtroppo per lui le finalità erano le medesime degli altri gruppi ed i partecipanti gli avevano già teso la trappola.
Nel corso di una videochiamata di gruppo i tre partecipanti hanno “stimolato” l’attenzione della vittima con argomenti pruriginosi e , hanno cominciato a spogliarsi
restando in intimo. L’amministratore, in particolare, ha chiesto ad Antonio di mostrarsi
completamente nudo. Il ragazzo convinto
che anche gli altri partecipanti avessero fatto altrettanto, ha postato una foto senza vestiti.
In paese la foto è diventata purtroppo di dominio pubblico.
L’immediata richiesta d’aiuto ai carabinieri della famiglia ha permesso di bloccare il trio e di evitare una ulteriore divulgazione della foto.
