Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha esposto all’Ars la sua relazione di metà legislatura. Quella che i deputati del Movimento 5 Stelle non hanno ascoltato, perché hanno lasciato Sala d’Ercole quando il governatore ha preso la parola.

Un intervento, preceduto da un pensiero dedicato “ai 281 morti per Coronavirus in Sicilia ed alle loro famiglie”, che ha toccato quelli che per il governatore sono i principali risultati raggiunti dal suo governo insediato a novembre del 2017.

“Una delle prime iniziative è stata l’apertura di un confronto con il governo nazionale sul rapporto finanziaria fra Stato e Regione – ha detto Musumeci parlando a Sala d’Ercole – che ha portato fra l’altro a spalmare il disavanzo in trent’anni e non in tre”. Il presidente ha citato poi diversi obiettivi raggiunti, fra i quali l’avere dato “attenzione al patrimonio immobiliare, individuando 150 beni da dismettere”.

“Abbiamo creato un piano di investimenti per Comuni ed ex-Province, attivando un proficuo confronto con l’Anci – ha aggiunto – abbiamo istituito l’Ufficio di coordinamento per le isole minori, abbiamo recepito le disposizioni contenute nella legge Madia stabilizzando 7.746 precari degli enti locali, abbiamo impresso un’accelerazione alle misure di sostegno agli investimenti nel settore agricolo, con particolare attenzione ai giovani imprenditori e siamo arrivati ad essere la prima regione in Italia per numero di aziende biologiche”.

Musumeci ha poi ricordato la recente istituzione da parte del Ministero per il Sud delle Zone Economiche Speciali. “Sono state garantite misure di sostegno ai lavoratori delle aree di crisi di Termini Imerese e di Gela – ha aggiunto – abbiamo stanziato 525 milioni di euro per eseguire 1.576 interventi per la messa in sicurezza delle scuole, abbiamo sostenuto il rafforzamento fra scuola ed università e fra mondo dell’istruzione e mondo del lavoro. Abbiamo fatto ripartire gli scavi archeologici, abbiamo contribuito al restauro di 40 chiese e 10 palazzi storici. Abbiamo varato il piano di contrasto alla siccità ed un piano per la manutenzione e pulizia di circa 80 fiumi e corsi d’acqua”.

Musumeci ha poi parlato delle iniziative a sostegno del turismo, dello sport e dello spettacolo, settori particolarmente colpiti dagli effetti dell’emergenza Coronavirus.

Nella relazione c’è stato spazio anche per un elenco di interventi per i porti siciliani e per le infrastrutture avviato dal governo regionale.

E non ha trascurato lo scottante caso rifiuti: “Il sistema dei rifiuti in Sicilia è stato basato su un perverso intreccio tra politica, burocrazia e imprenditoria privata: con la complicità di certa politica e di certa burocrazia corrotta è nato un oligopolio che ha gestito l’80% del sistema. Tutto ciò è stato agevolato da uno stato emergenziale che si è protratto per circa 20 anni. Con l’impegno del nostro governo la differenziata è passata dal 16% del 2017 al 42% attuale il che significa meno rifiuti in discarica e meno interessi da parte di alcuni imprenditori. Il mio governo sta lavorando per mettere fine a questa continua emergenza che è servita a personaggi contigui alla mafia ed a certi politici”.

Musumeci ha ricordato l’assunzione di circa 7.500 operatori della sanità siciliana, ed ha assicurato l’impegno per la stabilizzazione di circa 250 precari storici della sanità, confermando che il suo governo sta valutando la possibilità di realizzare un ospedale a Lampedusa, isola definita “avamposto ‘d’Europa”.

Il governatore ha concluso ringraziando il personale sanitario, i volontari, le forze armate, le forze dell’ordine, la protezione civile e tutta la comunità siciliana che “mai come in occasione dell’emergenza Coronavirus ha saputo essere ossequiosa delle regole a difesa della propria salute e di quella degli altri”. Ricordando le norme Covid19 contenute nella finanziaria regionale, il governatore ha infine ringraziato i suoi assessori ed il parlamento regionale.

Martedì si terrà il dibattito d’aula sull’intervento di Musumeci, che si preannuncia caldissimo: “Una noiosa relazione contabile, piena di verbi al futuro e di furbe omissioni ma poverissima di fatti – così il deputato regionale Claudio Fava ha commentato la relazione di metà legislatura –  Una natura morta. Musumeci sembrava il conte zio dei Promessi Sposi: sopire, troncare…il resto, nel merito, lo dirò in aula martedì prossimo”.

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