Si lavora incessantemente per far luce sul giallo di Caronia e capire come sia morto Gioele, secondo le novità emerse dalle analisi dei resti e gli esami sull’auto di Viviana Parisi, sembra possibile. Dagli accertamenti irripetibili di tipo biologico, disposti dal Procuratore di Patti ed eseguiti dalla polizia scientifica di Palermo sull’Opel Corsa lo scorso 6 agosto, riprende quota l’ipotesi che Gioele possa essere rimasto ferito mortalmente nell’incidente stradale sulla A20.

Secondo la Tac eseguita nel Policlinico di Messina si evince, invece, che tra i resti del bambino c’erano delle piccole pietre che potrebbero essere utili per stabilire il luogo e il momento della morte del piccolo Gioele.

L’autopsia durata circa quattro ore e terminata intorno alle 14, invece, ha evidenziato come “sulle ossa del bambino abbiano agito gli animali”. Lo ha affermato il biologo forense Salvatore Spitaleri, del Centro di investigazioni scientifiche, tra i consulenti di parte nominati dai legali della famiglia Parisi. “I resti del cadavere sono abbastanza compromessi, mancano gli arti e parti di tessuti. Ci sono morsi di animali selvatici. Non si può dire ancora dove il bambino è morto e capire se è stato morso prima o dopo la morte. Ha poi aggiunto il medico legale Giuseppina Certo consulente della famiglia Mondello.

Sono stati prelevati campioni e le analisi sugli indumenti e sui resti continueranno per avere un quadro definitivo e completo tra 90 giorni quando verrà presentata la relazione definitiva.

Al termine dell’autopsia il professor Stefano Vanin, entomologo nominato come perito dalla Procura di Patti ha aggiunto come ci sia “un milione di insetti da analizzare in laboratorio. Oggi non è possibile capire se il bambino sia morto vicino alla madre Viviana”. Contemporaneamente la geologa forense, Roberta Somma, nominata perito dalla Procura di Patti si occuperà dell’analisi dei terricci e dei territori per capire la compatibilità dei terricci con i reperti ritrovati e con i luoghi.

 

 

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