Noi ci mettiamo la faccia, il presidente venga a vedere lo stato delle cose”. Non è tardata ad arrivare la risposta dei dipendenti degli uffici regionali periferici di Catania dopo le dichiarazioni di ieri del governatore Musumeci in merito all’efficienza ed utilità dei dipendenti regionali, troppo anziani, scarsamente a proprio agio con la digitalizzazione e fin troppo “protetti” dalle sigle sindacali.

Esternazioni che hanno generato malcontento tra i dipendenti dei vari uffici regionali. A farsene portavoce è la UGL etnea che in una nota diffusa in mattinata attacca: “Sbagliare è lecito, ma perseverare è alquanto diabolico. Già quest’estate avevamo stigmatizzato quanto detto dal presidente e pensavamo che si fosse trattato non di una convinzione, ma di un semplice sfogo fuori luogo dovuto ad amarezza e delusione per non aver raggiunto alcuni obiettivi programmatici. L’intervento di ieri, però, ci ha fatto comprendere come invece si tratti di una consapevolezza di una realtà distorta, o soltanto di una vera e propria boutade costruita ad arte per scaricare sul personale della Regione colpe che invece non ha”.

I dipendenti invitano Musumeci a visitare gli uffici, sottolineando la rarità della sua presenza, e ricordando che la macchina burocratica regionale è attualmente sostenuta solo da alcuni dipendenti di fascia A e B, a causa della progressiva fuori uscita di ruoli intermedi ed alla mancata riqualificazione delle fasce basse, che in molti casi- affermano i dipendenti – si trovano a svolgere mansioni superiori senza il giusto riconoscimento).

Oltretutto, quanto affermato dal presidente è in netta contraddizione con quanto approvato dallo stesso e dalla sua giunta in materia di raggiungimento dei risultati della macchina burocratica. Se ogni fine anno i dirigenti apicali sono promossi e premiati, vuol dire che invece tutto va bene” si legge nella nota che si conclude con l’auspicio dell’istituzione di un tavolo che serva a dare dignità a chi lavora nella macchina regionale, prospettando al contempo, proteste ad oltranza nel caso in cui la richiesta rimanga inascoltata.

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