“Quando ho visto che avrei potuto incrociarlo, mi sono infilato subito nel locale riservato ai vigili urbani all’interno del Municipio, quello si trova subito a destra appena si varca l’ingresso principale. Mi dà fastidio anche soltanto passargli accanto. E non sono l’unico…”.

Mantiene l’anonimato. Non per paura. Per non mettere in difficoltà i colleghi “Perché siamo tutti coi fucili puntati. L’atmosfera all’interno degli uffici comunali è tesissima. Mai stata così. Ma voglio che si sappia all’esterno le cose come stanno, perché in questa situazione così drammatica, sconvolgente, non è ammissibile, non si può sopportare che chi ha avuto la responsabilità dell’amministrazione della città continui ad addossare le colpe ad altri ed a raccontare falsità sui rapporti coi dipendenti”.

SULLA VICENDA LEGGI ANCHE “Dissesto Comune di Catania: Bianco accusa Stancanelli su Facebook”

La nostre fonte è un dipendente del Comune di Catania. La persona che gli dà fastidio anche soltanto incrociare è il consigliere comunale Enzo Bianco, fino a poco tempo fa sindaco di Catania “Dentro la stanza dei vigili urbani c’era folla… Eravamo un gruppetto ad attendere che passasse oltre con accanto la sua segretaria. Sì, arriviamo anche a nasconderci pur di non incontrarlo”.

“Vi assicuro – continua la nostra fonte – che l’umore nei confronti dell’ex sindaco è davvero nero. Anche noi abbiamo letto le accuse al sindaco che lo ha preceduto, a Raffaele Stancanelli, e il vantarsi per un confronto costruttivo con noi quando era primo cittadino. Ma come fa ad affermare tali assurdità? Non potete immaginare quanto ci disturbino le affermazioni di chi anziché accusare dovrebbe farsi un esame di coscienza per una situazione che adesso ha scenari a dir poco allarmanti. A Catania nemmeno l’impiego pubblico è più sicuro”.

No, non lo è. E gli impiegati stanno scoprendo l’angoscia del fine mese. Quando cominciano quei ritardi nel versamento degli emolumenti che non annunciano alcunché di buono.

Gli stipendi di ottobre ancora non sono stati pagati e i tempi, adesso che il dissesto è l’amara realtà, sono destinati ad allungarsi. Altre fonti all’intero del Comune ce lo rivelano con la massima franchezza. Non si riesce ad immaginare quel che accadrà nei prossimi mesi, fino a quando durerà lo stallo delle retribuzioni. Ci si aggrappa a quel che si riuscirà a raggranellare coi pagamenti dell’Imu e della Tarsu per potere avere un minimo di liquidità. Un minimo di liquidità. Una goccia nella voragine di oltre un miliardo di euro.

Una goccia che non allontana lo spettro dei licenziamenti. Ecco cosa minacciano le disposizioni normative:Le nuove disposizioni prevedono che il personale in sovrannumero o in eccedenza funzionale o per esigenze finanziarie delle pubbliche amministrazioni (centrali, regionali e locali) potrà essere posto in mobilità e ricollocato totalmente o parzialmente nell’ambito della stessa o in altra amministrazione, anche ricorrendo a forme flessibili di lavoro o a contratti di solidarietà. In sintesi, in base alle norme introdotte dalla Legge di stabilità 2012, gli enti pubblici possono decidere di ridurre il proprio personale in esubero, in caso di particolari esigenze funzionali o organizzative, oppure di difficoltà finanziarie, col solo obbligo di informare preventivamente le Rsu e i sindacati firmatari del contratto nazionale.
Nel caso in cui le procedure di mobilità non consentano l’assorbimento delle eccedenze, si procede con la dichiarazione di esubero e con il collocamento in disponibilità per un massimo di 24 mesi e con trattamento economico pari all’80% di quello fondamentale. Il limite dei 24 mesi può essere aumentato fino a 48 mesi se il personale collocato in disponibilità maturi entro questo arco temporale i requisiti per la pensione.
In caso di mancata ricollocazione di tale personale mediante mobilità si arriva al licenziamento”.

Prima che si sia, eventualmente, costretti a ricorrere a quanto previsto dalla normativa sulla mobilità del personale in esubero nel pubblico impiego, a pagare le conseguenze del dissesto sarebbe il personale non ancora stabilizzato. Sono 231 i precari col fiato sospeso.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here