Per ogni comunicazione informale di dati relativi alla posizione fiscale debitoria di un contribuente, ricevevano dai 15 ai 70 euro. Si vendevano per pochissimo quattro funzionari di Riscossione Sicilia. Ma lo facevano per quello che apostrofavano come “il loro capo”… l’avvocato Sergio Rizzo, ex dirigente della Serit.

È il periodo in cui la nota società con partecipazione pubblica propone la rottamazione delle cartelle esattoriali, gennaio/aprile 2017. Una pioggia di esposti arriva sul tavolo della procura della Repubblica di Catania e iniziano le indagini del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di Finanza. La segnalazione delle anomalie nelle procedure arriva dalla collettività ma non solo… è anche la precedente gestione che rileva delle stranezze.

Viene scoperta una rete di corruzione caratterizzata dall’accesso abusivo al sistema informatico di Riscossione Sicilia e dalla rivelazione di segreti d’ufficio. Si accendono improvvisamente i riflettori sugli avvocati Sergio e Settimo Daniele Rizzo, padre e figlio. Sono loro al timone, supportati da alcuni dipendenti infedeli della società fra le sedi di Catania e Messina: Claudio Bizzini, Rosario Malizia, Giovanni Musmeci e Matilde Giordanella.

Gli affari si svolgevano nella villa dei Rizzo. Proprio qui, questa mattina, durante la perquisizione, i finanzieri hanno scoperto un’ampia area adibita ad uffici con un archivio organizzato delle visure estratte da Riscossione. Bastava una telefonata dei Rizzo, così come documentato dalle intercettazioni telefoniche, e i due funzionari Rosario Malizia e Giovanni Musmeci si mettevano sull’attenti: estraevano dal sistema informatico dell’ente informazioni su cartelle esattoriali e trasmettevano tutto subito via mail o le consegnavano a mano a casa di Sergio Rizzo o nello studio legale del figlio. Lo hanno fatto un centinaio di volte e tutto molto velocemente, prima della scadenza dei termini.

Nessuna istanza in forma scritta dunque corredata da delega e copia del documento d’identità del contribuente debitamente protocollata, così come la procedura ufficiale avrebbe richiesto.

L’operazione “Gancio” è scattata questa mattina, proprio per tutti gli agganci che gli avvocati avevano all’interno di Riscossione. I Rizzo insieme con Claudio Bizzini sono finiti agli arresti domiciliari mentre per Malizia, Musmeci e Giordanella è scattata la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio.

Niente si faceva per nulla. Era un do ut des. Favori in cambio di favori. Malizia ha fornito informazioni in cambio di cinque climatizzatori e cinque televisori per un valore 5 mila euro per il B&B della figlia. E in un’intercettazione afferma: “Era il minimo che potesse fare dopo una vita di sacrifici, di notte, di giorno, con l’acqua, con la neve”.

Musmeci, invece, in cambio di un tirocinio “agevolato” sempre per la figlia in un centro di fisioterapia dove al posto di 6 ore ne svolgeva 4. Anche lui intercettato dagli investigatori ha affermato: “Il miracolo lo ha fatto, piuttosto che due anni, il tutto si riduce a un anno”.

Un’indagine che non si ferma qui. Adesso inizieranno gli accertamenti fiscali.

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