I 15 Comuni del Calatino Sud-Simeto, in provincia di Catania, non sono stati inseriti nelle Zes, zone economiche speciali, appena istituite dalla Regione Siciliana. Non solo. Nessuna ricollocazione per i tanti lavoratori del Cara di Mineo, chiuso dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Eppure, durante la sua visita al Cara, alla richiesta del sindacato di dare nuove opportunità di lavoro a chi si era impegnato con professionalità, la Prefettura in accordo con il ministro, aveva annunciato un’apertura imminente dei Cas, Centri di Accoglienza Straordinaria ma ancora nessuna notizia in merito.

Per questo motivo domani mattina, a partire dalle ore 11, davanti la prefettura di Catania, si terrà una manifestazione da parte delle associazioni sindacali, che chiedono il rispetto dei lavoratori e dei territori, l’istituzione di corsi professionali che possano dare nuova linfa allo sviluppo economico del territorio e attendono di capire se e quando le nuove opportunità di sviluppo potranno davvero concretizzarsi.

La richiesta è chiara e già espressa dal Comitato civico “Emergenza Calatino 2019”: includere il calatino nella Zes così da offrire a persone e luoghi nuove opportunità di sviluppo e crescita. Una esigenza che nasce anche dalla necessità di nuove opportunità un tempo legate alla macchina dell’accoglienza del Cara di Mineo.

“Senza più questo strumento di integrazione – afferma il segretario regionale del sindacato Snalv, Confsal, Antonio Santonocitomolti lavoratori sono rimasti senza un lavoro e decidere di includere il territorio nelle Zes è un’opportunità che non si può sprecare malamente. La possibilità di invertire la rotta e decidere di investire in questo territorio c’è ancora – continua Santonocito -. Ci sono ancora 462 ettari da assegnare per beneficiare di importanti agevolazioni fiscali e contributive, ma occorrerà partecipare a un bando regionale per gli enti locali che scadrà il prossimo 8 settembre. Il comprensorio ne ha bisogno, ne hanno bisogno i suoi cittadini, per questo chiediamo ad ogni sindaco di farsi avanti e di non abbandonare il calatino, ma anche ai lavoratori di farsi avanti, partecipare alla formazione e contribuire a fare rinascere il territorio”, conclude Santonocito.

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