Il Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha tenuto oggi una conferenza stampa per fare il punto della situazione istituzionale ed economica dell’ente:

“Perché fare terrorismo, a che serve? Noi speriamo una corale mobilitazione per tirare fuori la Sicilia dal baratro in cui altri l’hanno costretta negli ultimi trent’anni. E invece qui qualcuno vuol tentare il gioco maldestro di farsi una verginità politica. Qualcuno da carnefice vuol far finta di diventare vittima. Sapevo che il popolo siciliano ha nel codice genetico l’innata vocazione alla teatralità ma questo significa seminare sbigottimento e incertezza tra la gente. Forse ho fatto fin troppo il presidente istituzionale, sono cattolico ma ho due sole guanceIo da questo momento non faccio più sconti a nessuno, il Pd ha guidato per 7 anni questa Regione e da loro mi aspetto collaborazione e responsabilità”.

“Ho letto notizie improntate a terrorismo psicologico – ha proseguito Musumeci – La politica deve essere improntate a grande senso di responsabilità. Nei momenti di difficoltà la politica deve sapere offrire soluzioni e non tentare vergognose speculazioni. Stiamo portando avanti una sorta di operazione verità sui conti, e man mano che emerge qualcuno si preoccupa di minimizzare pensando di gettare il pallone dall’altra parte”.

Musumeci, poi, aggiunge: “Da quando sono stato eletto non mi sono accorto di avere una maggioranza, parlerei di coalizione di governo. Credo che tutta la coalizione abbia interesse a produrre fatturato, la verità è che l’opposizione invece di cooperare si mette di traverso”.

Musumeci si è poi soffermato sui disegni di legge fermi all’Ars “Ci sono tante riforme proposte dal governo chiuse nei cassetti dell’Ars. Cosa si aspetta ad approvare la legge sui rifiuti? Si può fare in due settimane: perché si vuol tenere la Sicilia sotto la spada di Damocle? A chi serve dopo un anno non approvare questa legge? Per dire che il governo Musumeci non ha approvato la riforma o per garantire qualche posizione di rendita? Il ddl sui consorzi di bonifica che darebbe dignità ai lavoratori e serenità agli agricoltori; il riordino dell’istituto zooprofilattico, la riforma della polizia locale, gli interventi urgenti in materia di abusivismo lungo corsi acqua, la riforma dell’Ipab, il ddl sul tabagismo. Sono tutte proposte di riforma di questo governo che rimangono ancora nei cassetti dell’Ars – ha affermato – L’opposizione invece di fare terrorismo cominci a fare gli interessi della Sicilia, accelerando la discussione di questi ddl. Inutile presentarne altri, aspettiamo che quelli proposti vengano approvati, poi ne depositeremo altri 3-4“.

Nel corso della conferenza stampa viene anche affrontato il delicato tema dello stato di salute delle casse regionali. Al momento, il disavanzo definitivo accertato della Regione siciliana è pari a 7,3 miliardi di euro, un miliardo in più rispetto a quello dell’anno scorso. Dei 7,3 mld, 6,286 miliardi sono già stati spalmati in gran parte nei bilanci dei prossimi trent’anni. Rimane un miliardo di euro, il governo Musumeci aspetta la pronuncia della Corte dei conti sulla parifica dell’ultimo rendiconto per stabilire come gestire questo ‘buco’. Il decreto legislativo 118 prevede che venga spalmato nell’esercizio corrente oppure da’ la possibilità di farlo nel triennio, comunque entro la fine della legislatura.

“La vicenda finanziaria non si può iscrivere a questo governo – afferma il presidente Nello Musumeci – nessun può dire io non c’entro, riguarda tutti centrodestra e centrosinistra, i governi degli ultimi trent’anni. Se nel 2015 quel governo (Crocetta, ndr) avesse fatto il proprio dovere noi oggi avremmo spalmato per trent’anni quel disavanzo e non avremmo ulteriormente appesantito il bilancio della Regione. Per avere lo studio ci vorrà tempo, ma il nostro obiettivo è fare un’operazione verità sui conti”, ha concluso Musumeci.

Sul tema è intervenuto anche il ragioniere generale della Regione siciliana, Giovanni Bologna “La Regione siciliana non ha i soldi per finanziare nuove leggi di spesa, ma non è vero che non c’è più un euro in cassa perché copriamo regolarmente le spese di bilancio. Se si deve fare ulteriore spesa non riteniamo di poterla coprire, ovviamente se i conti migliorano avremo delle risorse disponibile se peggiora dovremo trovare altre risorse”.

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