Nonostante le condizioni meteo poco favorevoli  sono riprese stamane le ricerche dei migranti naufragati nella notte tra domenica e lunedì a largo di Lampedusa. Stando ai racconti dei sopravissuti alla strage all’appello mancherebbero ancora 17 migranti e lo scafista, tra di essi 4 minori: una piccola di 8 mesi che viaggiava con la mamma, un altro bimbo di 2 anni e due ragazze adolescenti.

“L’ho afferrata per cercare di riportala a galla, ma un altro migrante si è aggrappato ai miei pantaloni e mi stava portando a fondo. Ho dovuto lasciarla per sopravvivere”  è questa parte del racconto di Wissen un tunisino  di 19 anni che era sul barcone naufragato  che ha tentato vanamente di salvare una piccola di 8 mesi che era sull’imbarcazione capovolta, con la giovane mamma.

Il ragazzo ha raccontato di essere caduto in acqua e quando ha aperto gli occhi ha visto la bimba che stava affogando e continua- Per liberarmi mi sono dovuto sfilare i pantaloni. Ed ho dovuto lasciare la piccola”

Secondo il racconto di chi era a bordo, dalla Tunisia sarebbero partiti in 52: 38 subsahariani provenienti da Costa d’Avorio, Guinea e Camerun, che sarebbero saliti sul barcone in Libia, e 14 tunisini. Dalle foto e video, agli atti,  girate dai migranti a bordo del barcone emergerebbe che al momento della partenza le condizioni del mare erano buone

Mentre l’elicottero  della Guardia Costiera pattuglia la zona, le motovedette sono ancora in porto in attesa che le condizioni del mare migliorino.

Il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella e gli uomini della squadra mobile stanno continuando a sentire i sopravvissuti per ricostruire ulteriormente la dinamica del naufragio e, soprattutto, per individuare in Tunisia e Libia gli  eventuali complici di chi ha organizzato la traversata.

.“La Sicilia non può continuare ad essere lasciata sola di fronte alla costante tragedia di donne, bambini, giovani divenuti carne da macello nelle mani degli scafisti. I governi a Roma cambiano, i commissari a Bruxelles si alternano, ma il Mediterraneo resta un grande cimitero di disperati”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci nelle ore in cui a Lampedusa proseguono le ricerche dei dispersi del naufragio che si è trasformato in una nuova strage di migranti.

“Sono vicino – aggiunge il governatore – al sindaco di Lampedusa, ai suoi concittadini, ai volontari, alle forze dell’ordine, per l’opera incessante svolta notte e giorno su quell’isola nell’accogliere vivi e morti. Ma il peso di questa apocalisse non può essere lasciato ancora solo ai siciliani. Alle chiacchiere e alle lacrime di ipocrisia si facciano seguire scelte coraggiose e risolutive”.

 

 

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