Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, lancia l’allarme covid-19 per la baraccopoli della città dello Stretto. Il primo cittadino spiega come, visti i decreti ministeriali, si sia dovuto imporre a circa 2.500 famiglie di restare in ambienti già poco salubri e disseminati di amianto e nei quali, per alcune tipologie di patologie, il tasso di mortalità è elevato.
“Vivere in pochi metri quadrati in sei, sette, otto persone, non è facile e da marzo in poi, con il caldo, tutto diventa più difficile”, spiega De Luca che vuole richiamare l’attenzione della classe politica su un tema che, purtroppo, accompagna il capoluogo da quasi un secolo.
Il Comune, in collaborazione con l’Agenzia per il Risanamento di Messina, sta lavorando ad un piano di emergenza sanitario. “Se ci fosse problema in una delle 72 baraccopoli sarebbe una situazione gravissima e si deve pianificare in tempo come agire”, afferma Marcello Scurria, presidente di Arisme, che aggiunge: “Cerchiamo di sanificare una volta a settimana le baracche tenendoci pronti a qualsiasi evenienza che speriamo non accada mai”.
De Luca svela come, inoltre, si stia elaborando un piano per un’eventuale evacuazione complessiva, da sostenere anche con risorse da reperire nei fondi del Pon Metro. In caso di emergenza si penserà anche ad eventuali trasferimenti in albergo.
Il primo cittadino, poi, allarga lo sguardo a tutte le famiglie in difficoltà economica nel capoluogo peloritano: “La Family card è un progetto complessivo che ci ha visto individuare 39 milioni e 300 mila euro per azioni mirate. Di questi 20 milioni saranno destinati alle famiglie e la differenza per un piano per le imprese che stiamo definendo con le organizzazioni di categoria. 8 milioni saranno dedicati al sostegno alimentare, sei milioni saranno destinati alle bollette di acqua e gas per i periodi da marzo a Giugno, e altri sei per erogare un contributo di 280 euro mensile per pagare l’affitto dell’abitazione principale”.
Foto da: messinaoggi.it