“Nessuna alterazione delle funzioni cognitive ma l’affettività appare molto disturbata”. Sono le parole che si leggono nero su bianco nella perizia neuropsichiatria eseguita sulla madre di 26 anni che ha scaraventato a terra il figlioletto di tre mesi uccidendolo.

“Si riscontra la necessità di cure e contenimento opportuni – si legge ancora nella consulenza – per prevenire peggioramenti e complicanze. Nella donna è presente uno stato depressivo espresso con inibizione psicomotoria, appiattimento emotivo e assenza di risonanza alla realtà circostante ed è per questo che la madre non manifesta disperazione per la perdita o per la colpa”.

Parole che non lasciano spazio a molti dubbi. L’omicidio è avvenuto nella casa della nonna paterna della donna che non è sposata. Sarebbe stata lei stessa a chiamare i soccorsi e si sarebbe giustifica dicendo che il bambino le era scivolato dalle mani. In realtà “ha agito con la volontà chiara di ucciderlo” si legge nell’ordinanza del Gip di Catania Giuseppina Montuori che ne ha disposto l’arresto.

“Avevo la mente oscurata e non so spiegare cosa è accaduto ma sicuramente non volevo uccidere mio figlio perché lo amavo”, si è difesa così durante l’interrogatorio davanti ai pubblici ministeri. Su di lei grava l’accusa di omicidio. Proprio ai magistrati, il suo avvocato, Luigi Zinno, ha detto che l’intenzione della donna era quella di gettare il bambino sul letto e non per terra. “Quel giorno stava male – ha aggiunto il penalista – aveva chiamato suo padre per farlo rientrare a casa. La mia assistita ha avuto un’infanzia dolorosa, a 11 anni le è morta la madre e quando è rimasta incinta è andata a vivere con la nonna”.

Secondo l’avvocato, la ragazza avrebbe sofferto di “una grave forma di depressione post partum, che avrebbe aggravato la sua condizione di persona fragile psicologicamente”.

Nessuna caduta accidentale secondo la procura che ha aperto il fascicolo, coordinando le indagini del commissariato di polizia Borgo-Ognina. Il neonato subito dopo la caduta è stato portato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Cannizzaro di Catania dove è stato intubato. Trasferito d’urgenza, poi, nel reparto di rianimazione della neonatologia del Garibaldi-Nesima, è morto il giorno dopo il ricovero.

“È stato un incidente – ha affermato il nonno del piccolo – mia figlia amava tanto il suo bambino, lo ha voluto con tutte le sue forze. Ha avuto un parto complicato, rimanendo ricoverata per 10 giorni dopo la nascita del piccolo. Aveva già sofferto da piccola per la perdita della madre. Era depressa e io avevo prenotato una visita specialistica per lei”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here